“L’attesa non è un tempo morto, inerte, sospeso tra passato e futuro. Attendere vuol dire abitare il tempo con una tensione verso il futuro”, questa è una citazione che abbiamo ricevuto in regalo durante il Natale 2019 dal Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali. Così è stato e continua ad essere.
Il passato: la nostra vita, trascorsa fra piccoli e grandi doni ricevuti, alcuni mai arrivati, altri persi; ma ad ogni situazione il suo insegnamento.
Il presente: il momento per agire o per attendere, per tirare fuori dal cassetto del cuore il nostro desiderio, per prepararsi alla realizzazione del futuro che aneleremmo, per decidere cosa fare del nostro bagaglio di vita.
Il futuro: il nostro tendere nell’ambito delle possibilità, opportunità e accadimenti; alcune volte inaspettato e contro ogni presupposto, ma ugualmente nostro, ugualmente importante, significativo e bello.
Siamo una famiglia affidataria in attesa di poter accogliere un bambino o un ragazzo in difficoltà. Il nostro progetto prioritario rimane l’affidamento familiare ma, il Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali ci ha proposto di offrire, un supporto ad una giovane mamma e ai suoi due bambini.
Mario ed io ci siamo guardati, sorridevamo, più con gli occhi che con la bocca, dicendoci, quindi, senza bisogno di parole, SI, possiamo provarci. Abbiamo confermato la nostra disponibilità, eravamo contenti e nel contempo un po’ agitati ma fiduciosi.
L’emergenza epidemiologica ha posticipato di diversi mesi il nostro primo incontro conoscitivo con la giovane mamma; mesi in cui, più volte, abbiamo pensato a loro, pur non conoscendoli, domandandoci come stessero affrontando il difficile momento in corso.
L’incontro è stato fissato per il 1° ottobre presso il Borgo Ragazzi Don Bosco, in presenza di due assistenti sociali; anche quel giorno eravamo un po’ agitati durante l’attesa dell’arrivo della giovane mamma. Tasmin, una donna forte, capace, coraggiosa e una madre premurosa, attenta e presente. Lo stesso giorno abbiamo conosciuto anche i due bimbi, Ajala di quasi 7 anni e Khan di 5; è stato facile socializzare con loro, ambedue gioiosi ed accoglienti. Da quel momento, ogni tempo presunto per la nostra graduale conoscenza è mutato; la stessa sera li abbiamo riaccompagnati a casa, un tragitto in automobile ricco di chiacchiere. Dopo due giorni ci siamo rivisti da soli e, neanche una decina di giorni dopo il primo incontro i bimbi hanno chiesto a Mario e me se “potevamo essere i loro Zii, per volerci bene”.
Durante questi due mesi e mezzo – periodo breve ma vissuto intensamente – siamo andati a prendere i bimbi a scuola diverse volte, alcune volte per esigenze lavorative della madre, altre per puro piacere. Abbiamo supportato Tasmin nella gestione medica dei bambini e abbiamo trascorso del tempo libero insieme. Il nostro cagnolino è diventato anche il loro, così come la nostra casa è divenuta anche la loro casa e la loro casa anche la nostra. Crediamo e speriamo che Tasmin abbia trovato in noi una famiglia a cui potersi riferire, che possa supportarla, accompagnarla, confermarla, rafforzarla.
Ajala e Khan hanno trovato degli zii con cui giocare, passeggiare, fare i compiti e a cui, spontaneamente, raccontare ogni cosa ogni giorno, ma hanno anche trovato degli altri zii e dei cugini, ed un nonno di cui “prendersi cura” e con cui disegnare e guardare la TV. Noi abbiamo trovato quel primo sorriso degli occhi dello scorso Natale 2019 anche nel nostro cuore, insieme a tanta gioia. E ne siamo certi, quello che siamo oggi gli uni per gli altri, lo saremo sempre, anche quando un giorno Tasmin, Ajala e Khan saranno in grado di camminare facilmente e serenamente da soli, perché ciò che è vissuto con il cuore non si dimentica ed i legami creati con amore non si spezzano, mai.
Maria Teresa e Mario