Si è appena concluso al Borgo Ragazzi don Bosco il progetto “Avanti con coraggio: risposte efficaci a sostegno dei Minori Stranieri Non Accompagnati” realizzato dall’associazione Rimettere le Ali aps e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quota Irpef dell’8×1000.
Il progetto ha voluto promuovere, nel settore Est di Roma Capitale, l’autonomia e l’inclusione sociale di 90 Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) di età compresa tra i 16 e i 18 anni e di neomaggiorenni in attesa del riconoscimento di rifugiato politico (9 ragazzi), facendo incontrare i bisogni formativi di questi giovani in difficoltà con l’offerta del mondo lavorativo, mediando tra questi due mondi.
Convinti dell’importanza di avviare percorsi di crescita personale e professionale che possano far acquisire conoscenze e competenze da spendere nel mondo del lavoro, il progetto ha attivato tre laboratori di breve durata, ovvero laboratorio di cucina, di barbiere e di manutentore edile per 30 ragazzi, i quali sono stati seguiti dal punto di vista psico-educativo per il raggiungimento di competenze trasversali fondamentali per l’ingresso nel mondo del lavoro in generale e per l’inclusione sociale degli stessi.
Accanto ai laboratori, il progetto ha previsto anche un percorso di alfabetizzazione per aiutare i ragazzi inseriti nel progetto, nella comprensione e nell’apprendimento della lingua italiana. Per alcuni di essi si tratta di una prima alfabetizzazione, in quanto provenienti da zone del loro paese d’origine dove la scolarizzazione è del tutto assente o privilegio di pochi.
Nel momento dell’avvicinamento al mondo del lavoro, i ragazzi sono stati accompagnati attraverso:
- il lavoro di uno sportello di orientamento e inserimento lavorativo che ha seguito 53 ragazzi per facilitare e fluidificare il processo di inserimento in azienda; il lavoro dello sportello ha permesso l’individuazione e la selezione di alcune aziende che hanno accolto i ragazzi e che si sono lasciate fidelizzare per avviare una collaborazione più duratura e sostenere un inserimento lavorativo prolungato nel tempo, abbattendo alcuni pregiudizi relativi al fenomeno migratorio e alla popolazione straniera, soprattutto giovanile. La volontà è stata quella di accrescere e coltivare la rete di aziende territoriali per creare potenziali nuovi posti di lavoro;
- un percorso psicoeducativo che, mettendo a disposizione spazi di ascolto adeguati, ha permesso a ciascun beneficiario di riconoscere e potenziare le proprie risorse ma anche di essere accompagnato nell’affrontare le sue difficoltà, secondo lo stile di don Bosco che prevede la crescita integrale del ragazzo. Un arricchimento importante rispetto a quanto detto è stata la promozione della solidarietà familiare come risposta ai bisogni dei MSNA, convinti che per tutti i giovani fragili, ma soprattutto per quelli stranieri non accompagnati e i giovani adulti in attesa dello status di rifugiati, la possibilità di essere affiancati da una famiglia solidale rappresenti un elemento di stabilità non indifferente soprattutto in ambito relazionale. Il numero delle famiglie sensibilizzate rispetto alla solidarietà familiare è stato molto ampio: più di 400 famiglie raggiunte anche grazie ad una rete di volontari e servizi sul territorio che ne hanno agevolato il contatto: parrocchie, scuole, servizi territoriali e famiglie già impegnate nell’ambito della solidarietà familiare e dell’affido. I nuclei familiari che il progetto ha coinvolto, formato ed accompagnato sono stati 20. Adeguatamente formate, le famiglie coinvolte hanno fatto sentire il giovane protetto ed accolto in un ambiente familiare ed amicale. Questa scelta si è mostrata uno strumento vincente ed efficace per il superamento di difficoltà e sfide che questa società pone a chi, come i minori stranieri non accompagnati e i giovani in attesa dello status di rifugiato, vive costantemente a rischio di povertà relazionale, sociale, economica e di devianza.
Le iniziative contemplate nel progetto hanno riscontrato un buon impatto sociale sul territorio: sostenere in questo modo i MSNA ha permesso di migliorare le loro condizioni di vita, per renderli sempre più protagonisti del loro futuro ed inserirsi in contesto sociale positivo, diminuendo il rischio di devianza.